Profondo Nord Est

Arrivi a Treviso. Alla stazione e dintorni, incontri numerosi migranti. Nigeria Mali Sudan e Sudamerica. Stanno tra loro. Nessun rapporto tra bianchi e neri. Via via che ti avvicini al delizioso centro storico, quello di Germi, (signore e signori), i migranti spariscono come per incanto. E appaiono le Suv, nere , imponenti e lo struscio lento di signore di età vestite Hogan, Lacoste, si snoda nei vicoli immacolati.. I neri non entrano. Nemmeno uno.

Foto RAP

Come entrano, le forze dell’ordine chiedono i documenti. Il razzismo è profondente radicato qui. L’ex sindaco Gianfranco Gentilini, leghista, aveva eliminato le panchine ( ma era pronto a tagliare anche gli alberi dove i Barcón appendono gli zaini), arredo pericoloso perché il nero vi stazionava minando la tranquillità del buon cittadino timorato di dio. È successo che I bambini figli di immigrati fossero appellati Barcón a scuola. Pare ci sia un bullismo strisciante nei confronti di piccoli migranti. Una maestra ha preteso che la bambina di colore venisse a scuola munita di deodorante. L’odore della pelle africana non era gradito ( testimonianza diretta). Un barbone trevigiano doc mi spiega che l’elemosina che lui stesso chiede nel cappello, è più dignitosa di quella con la mano tesa dei neri ( non hanno dignità). Ed espone le scritte che riporto in foto. Isola felice il festival Carta Carbone, democratico, fantastico, organizzato. Tra i volontari, alcuni richiedenti asilo.

Foto RAP