QUINTA PUNTATA: A E F


Siamo in un’aula scolastica illuminata al neon. Dall’unica finestra che dà su una grande arteria trafficata, entra la luce intermittente dell’insegna di un supermercato. È quasi sera. Gli alunni, quasi tutti stranieri, giovani e meno giovani, raccolgono quaderno e penna se ne vanno salutando con rispetto la professoressa. Alcuni indossano tute da lavoro, hanno una brutta cera e gli occhi stanchi. A è seduta dietro al tavolo che fa da cattedra, F se ne sta in piedi innanzi a lei, timido. Guarda il pavimento.

A. Bravo F! il tuo tema è molto bello, pochi errori di ortografia, nessun errore di grammatica. Volevo dirtelo,a quattr’occhi. Peccato quei congiuntivi….

F. I congiuntivi difficili..

A . “Sono difficili”, devi sempre ricordarti il verbo. “I congiuntivi”, soggetto, “Sono” , predicato verbale. E difficili che cos’è?

F. Difficili è un aggettivo maschile…plurale.

A . Bene. Dunque ti sei innamorato di questa ragazza con la treccia nera, scrivi nel tema. Dai, non arrossire… potrei essere tua madre. E lei ti ricambia? Nel tema scrivi che vi incontrate al centro commerciale, qui vicino. ” La ragazza con la faccia pallida si muove come una ballerina tra i tavolini del bar. Li sfiora con le lunghe unghie come quelle di una strega. Io vorrei accarezzare le sue mani delicate come la porcellana, ma ho paura che, se la tocco, lei sparisce, come un fantasma…”
“Sparisca” è corretto, non “sparisce”. La tua innamorata è italiana?

F. No, rumena, come me. Viene da piccolo paese al confine. Io vorrei dirle che mi piace…ma mi vergogno. Ho chiesto la sua amicizia su FB ma ancora lei non mi ha dato.

A. Non me l’ha data, si dice. …a noi donne piace sentirci dire parole d’amore a voce, non attraverso Face Book. Magari potresti scriverle un biglietto gentile, come si usava una volta e glielo dai, con un regalino. Un fiore, un braccialettino, un peluche….cosa le piace?

F. Le cose del trucco, ombretti, rossetti, il mascara delle ciglia. Lei fa parrucchiera, credo. Ha fatto corso a Torino. È molto brava. Mi ha consigliato di tagliarmi i capelli ai lati della testa, corti corti, rasati, e lasciarli lunghi in mezzo, con un ciuffo.

A. Vabbè contenti voi….io non capisco molto, delle mode di voi ragazzi.

F. Non è vero… tu prof, sei alla moda….

A. Credi? mah… Ci provo.. Sai alla mia età qualcuno cerca di rimanere giovane. Non si arrende alla vecchiaia. Forse io sono fra questi. Ma un giorno o l’altro mi abituerò… Ma che stupidaggini ti racconto?

F. Racconta, prof…mi interessa. Tu ricorda me mia zia Irina. Molto bella.

A. Sì? Vabbé ora vai. Ricordati, regalino, bigliettino. Ma in buon italiano. Chiaro? Se vuoi lo leggo e lo correggo. Ma solo se vuoi. Non voglio essere invadente. Ora vai, sarai stanco. Lavori sempre dall’idraulico all’angolo?

F. Si. Ma stufo. Vorrei fare l’attore. Già fatto un piccolo film in mio paese..

A. Ma davvero? ….vai, ora vai. Si è fatto tardi.

 

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